(AnconaInforma.it – 25.08.09)
Incendio al Conero, è stato appiccato con razzi scaduti
Ancona – E’ stato appiccato da uno o piu’ razzi di segnalazione scaduti, lanciati da un’imbarcazione in festa al largo del Trave, l’incendio che ha mandato in fumo sei ettari di vegetazione al Conero.
Le imbarcazioni da diporto che la notte del 22 stazionavano davanti alla baia sono state rintracciate e ispezionate, e tutte sono risultate in regola con la dotazione obbligatoria di razzi di segnalazione. Forse chi ha scatenato il rogo, sbagliando mira o per una sciocca bravata, si e’ disfatto di vecchi razzi.
(Il Resto del Carlino – 25.08.09)
ROGO NEL PARCO DEL CONERO
Le fiamme appiccate da uno o più razzi. Un’impresa risalire all’imbarcazione
Probabilmente chi ha appiccato l’incendio si è disfatto di vecchi razzi. Non sarà facile, anche se ci sono varie testimonianze oculari, risalire ai proprietari della barca incendiaria. I bengala sono privi di numero di matricola o di serie
Ancona, 25 agosto 2009 – Gli investigatori del Comando provinciale del Corpo forestale dello Stato di Ancona ne sono certi. Il rogo che la notte di sabato ha mandato in fumo sei ettari di vegetazione nel Parco del Conero, arrivando a lambire alcune abitazioni e un ristorante, è stato appiccato da uno o più razzi di segnalazione scaduti, lanciati da un’imbarcazione durante una festa al largo della spiaggia del Trave. A tale conclusione si è giunti dopo aver incrociato con la Capitaneria di porto i primi elementi raccolti nell’indagine.
Praticamente tutte le imbarcazioni da diporto (a vela e a motore) che quella notte stazionavano davanti alla baia sono state rintracciate e ispezionate, e tutte sono risultate in regola con la dotazione obbligatoria completa di razzi di segnalazione (in scadenza nel 2010 o 2011).
Probabilmente dunque, chi ha appiccato il rogo, sbagliando mira o per una sciocca bravata, si è disfatto di vecchi razzi. Non sarà facile, anche se ci sono varie testimonianze oculari, risalire ai proprietari della barca incendiaria. I bengala sono privi di numero di matricola o di serie, e anche recuperando i resti di quelli esplosi, appare arduo ricostruire dove e da chi sono stati acquistati.
(Corriere Adriatico – 25.08.09)
Numerose testimonianze raccolte, ma il razzo non ha matricola
Fuoco al Trave, il cerchio si stringe Sette imbarcazioni controllate
Ancona E’ stato appiccato da uno o più razzi di segnalazione navale scaduti, lanciati da un’imbarcazione al largo della spiaggia del Trave, il bengala (o i bengala) che attorno all’una di sabato scorso hanno mandato in fumo dai sei agli otto ettari di vegetazione nel Parco del Conero, arrivando a lambire alcune abitazioni e un ristorante. Gli investigatori del Comando provinciale della forestale sono giunti a questa conclusione dopo aver incrociato con la capitaneria i primi elementi raccolti nell’indagine. Praticamente tutte le imbarcazioni da diporto (ne sono state indicate sette) che quella notte stazionavano davanti alla baia sono state rintracciate e ispezionate e tutte sono risultate in regola con la dotazione obbligatoria completa di razzi di segnalazione (in scadenza nel 2010 o 2011). Probabilmente dunque, chi ha appiccato il rogo, sbagliando mira o per una sciocca bravata, si è disfatto di vecchi razzi. Non sarà quindi facile, anche se ci sono varie testimonianze oculari, risalire ai proprietari della barca incendiaria. I bengala sono infatti privi di numero di matricola o di serie, e anche recuperando i resti di quelli esplosi, appare arduo ricostruire dove e da chi sono stati acquistati. Per questo gli inquirenti non si sono concentrati sul recupero del candelotto. Nei prossimi giorni saranno sentiti anche coloro che avevano la propria auto parcheggiata a Mezzavalle. Il comandante regionale della forestale Piero Possanzini ha spiegato che “servirà tempo. Le indagini saranno certosine, con la collaborazione della scientifica e della guardia costiera. Cercheremo di stringere il cerchio ed arrivare, con gli elementi che abbiamo in mano, alla soluzione”. Ieri sera, un gruppo di abitanti del Monte dei Corvi e della Vedova ha voluto ringraziare pubblicamente i lavoro svolto dai vigili del fuoco, dai volontari della protezione civile e dalle forze dell’ordine. “Abbiamo vissuto quelle ore con grande apprensione – scrivono riferendosi al rogo – mitigata dalla loro azione condotta con grande professionalità, comprensione ed educazione”. In procura, intanto, il pm Andrea Laurino attende una dettagliata relazione di servizio per aprire quanto prima un fascicolo, per ora a carico di ignoti.
(Il Messaggero – 25.08.09)
Incendio sul Cònero, controllate sei barche
L’incendio sul Conero potrebbe essere stato scatenato da uno o più razzi di segnalazione scaduti e lanciati dall’imbarcazione in mare con lo scopo di disfarsene perché non più a norma. E’ quanto ipotizza il comando provinciale del Corpo forestale impegnato nell’indagine del rogo che venerdì notte ha scatenato l’inferno lungo la falesia dietro la Trattoria Sardella, a picco sul Trave, bruciando 15 ettari di macchia. Questa prima conclusione è arrivata incrociando le informazioni con la Capitaneria che tra sabato e domenica ha identificato tutte le imbarcazioni che all’ora dell’incendio si trovavano nello specchio d’acqua da dove diversi testimoni hanno visto partire almeno un bengala. Sei le barche a bordo delle quali è stata controllata la dotazione obbligatoria dei razzi di segnalazione per l’sos (privi di numero di matricola). Tutte avevano bengala con scadenza 2010 e 2011 e quindi a norma. Così il sospetto che qualcuno possa aver sparato più razzi scaduti sbagliando mira. La Forestale esclude il gesto di un piromane sottolineando piuttosto quello di una bravata. Al momento sono state messe a verbale 5 testimonianze ma altre persone verranno sentite a breve. Tramite i numeri di targa delle auto trovate parcheggiate lunga la strada provinciale del Conero, in prossimità dei sentieri di Mezzavalle, il Corpo forestale rintraccerà altri importanti testimoni.
(Corriere Adriatico – 27.08.09)
Incendio al Trave La parola ai testimoni
Ancona Incendio al Trave: la parola passa ai testimoni. Partirà questa settimana la serie d’interrogatori per sapere chi, sabato scorso attorno all’una, ha sparato da una barca un razzo (o più di uno) di segnalazione navale verso la vegetazione che si allarga sopra la costa, provocando un rogo vasto circa 8-10 ettari. Nomi e cognomi sono stati raccolti dalla forestale (incaricata di condurre le indagini) e dalla collaborazione della capitaneria già il giorno stesso del fatto.
Il numero di coloro che verranno ascoltati va da un minimo di 14 ad un massimo di 20 persone, tutti coloro che quella sera si trovavano al largo ed hanno inizialmente riferito di aver notato qualcosa di strano. Come rimarcato nei giorni scorsi, il compito degli inquirenti non sarà agevole, visto che il razzo non ha numero di matricola e apparteneva ad una dotazione probabilmente scaduta, visto che le barche controllate a largo avevano regolari dotazioni e l’oggetto incriminato non è stato ritrovato. Come ha lasciato intendere il comandante regionale della forestale Piero Possanzini “prima di arrivare a delle conclusioni servirà dal tempo. Cercheremo di stringere il cerchio ed arrivare, con gli elementi che abbiamo in mano, alla soluzione”, ha detto.