(Il Messaggero – 10.12.08)
La città e il suo mare. Tutti i diportisti d’accordo con la Capitaneria. «Chi non è del posto rischia di incagliarsi»
Trave vietato, multe fino a 300 euro
Sì all’ormeggio nella baia. Gli skipper: «Tratto degli scogli off-limits? Giusto così»
L’ordinanza della Capitaneria di Porto che vieta il passaggio delle imbarcazioni a ridosso del Trave? I diportisti dorici si dicono d’accordo con un provvedimento adottato per evitare che gli scafi s’incaglino sullo scoglio a pelo d’acqua. L’importante che sia salvaguardato l’ormeggio, l’unica preoccupazione subito spazzata via dal comandante della Guardia Costiera ammiraglio Antonio Pasetti: «L’ordinanza, in vigore già da ottobre impone di navigare almeno a 500 metri dalla costa, distanza segnalata dal faro con l’immagine della Madonnina posizionata sulla punta dello scoglio. Le imbarcazioni potranno comunque entrare nell’insenatura, girando intorno alla statua che indica la fine del pericolo». Non è dunque compromessa l’estate dei diportisti, che potranno continuare a sostare con barche e motoscafi nello specchio d’acqua davanti allo scoglio del Trave, purchè osservino la fascia di rispetto che impone di non gettare l’ancora a meno di 300 metri dalla costa e raggiungano la zona seguendo le nuove regole. Salate le multe per chi tenta l’infrazione: da 150 a 300 euro a seconda della metratura dello scafo. Felice dell’ordinanza lo skipper Leonardo Zuccaro: «Troppi diportisti hanno sinora sconfinato ed è scattato automaticamente il meccanismo di protezione». Soddisfazione anche da parte di Marinadorica, che ha contribuito, insieme a Provincia e Comune a sostenere la spesa per il posizionamento del segnale. «L’autorità marittima di Venezia che si occupa della dislocazione dei fari ne aveva proposti tre – racconta l’esponente del cda Gianfranco Iacobone – siamo stati noi a suggerirne uno solo per questioni economiche e di impatto ambientale». Bene per l’avvocato Stefano Radovani, appassionato velista che apprezza anche “l’idea della Madonnina in mezzo al mare”. Dopo l’ordinanza bisognerebbe pensare a posizionare le boe galleggianti alle quali attraccare senza gettare l’ancora ( in gergo marinaro i cosiddetti “corpi morti”), è la proposta dell’avvocato-skipper Mauro Mocchegiani. «Le principali acque internazionali ne sono dotate. Chi non trova una boa libera non può fermarsi. Sarebbe così possibile limitare il numero degli ormeggi e preservare la bellezza del mare».